"Esci partito dalle tue stanze, torna amico dei ragazzi di strada" Majakovskij

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
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martedì 11 settembre 2012

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!


"Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento."

Salvador Allende, Santiago del Cile, 11 Settembre 1973.



Discorso del Presidente Allende alla radio, 11 settembre 1973


giovedì 6 settembre 2012

Sulla copertura dei costi del welfare

La polemica che la consigliera Montanari del PdL fa nei confronti della Giunta di Montecchio in merito alla pressoché nulla copertura delle spese per i buoni pasto della mensa scolastica è giusta nell'indicare il problema ma viziata da un madornale errore di analisi.
Da tempo sosteniamo inascoltati che si debba fermare il taglio della spesa pubblica a copertura dei servizi pubblici e del welfare. Le persone e le famiglie lasciate a loro stesse in balia delle logiche del mercato (chi ha i soldi compra e paga, gli altri si arrangino) è una delle logiche conseguenza delle scelte politiche degli ultimi 15-20 anni a livello nazionale e locale.
Rifondazione Comunista si è opposta al conferimento della cittadinanza onoraria al Ministro Clini ma appare del tutto evidente che il conferimento di tale onorificenza comunale ad un ministro della Repubblica non potesse essere fatto pro-forma ma al massimo riducendo il più possibile lo “sfarzo”.
Cercare però in quell'atto il male del mancato aiuto alle famiglie è sbagliato e ingannevole. Come sostiene anche il Sindaco, il problema sta tutto e solo nel taglio delle risorse agli enti locali territoriali che così non sanno come pagare servizi e assistenza economica ai cittadini. Questa amnesia bipartisan fa dimenticare infatti che i veri colpevoli sono i cosiddetti “Fiscal Compact” e “Spending Review”, sostenuti e votati dal PdL, dal PD, dall’UDC e dagli altri gruppuscoli che sostengono Monti.
Il “Fiscal Compact” ha come punto centrale, “la ‘regola aurea’ per cui il bilancio dello Stato deve essere in pareggio o in attivo”. “Qualora il rapporto debito pubblico/Pil superi la misura del 60%, (in Italia siamo al 120%) le parti contraenti si impegnano a ridurlo mediamente di 1/20 all’anno per la parte eccedente tale misura”. Il meccanismo significa per il nostro Paese la definitiva cancellazione di ogni ipotesi di ruolo pubblico nello sviluppo, ma soprattutto obbliga al rientro del 50% dell’ammontare complessivo del debito pubblico che eccede il 60% del PIL. Ad inizio 2013 il nostro debito pubblico sarà di 2.000 miliardi di Euro e questo significa che per i prossimi 20 anni ci sarà risparmio di 50 miliardi di Euro all’anno. Con questo provvedimento, il futuro di due e più generazioni di italiani è ipotecato e ancorato ad una nuova e permanente dimensione di miseria sociale. Il patrimonio pubblico sarà sacrificato sull’altare di questa decisione ideologica del neoliberismo che ha messo fine al welfare state degli stati europei.
Lo “Spending Review” (DL 95/2012) non si discosta molto dalla filosofia dei provvedimenti adottati da Tremonti e Monti (2011): forte incremento delle entrate (ovvero aumento delle tasse e delle imposte), ulteriore stretta per le famiglie interessate dalle agevolazioni fiscali (detrazioni-deduzioni), riduzione del ruolo degli enti territoriali (comuni, province, regioni), ridimensionamento degli enti di ricerca, contenimento dell’impiego pubblico. È del tutto evidente che lo “Spending Review” non è una qualificazione ma un taglio della spesa, con risparmi attesi nel medio periodo di 80 miliardi di euro su 250 miliardi. 
Per risolvere i problemi occorre indagarne seriamente le cause altrimenti si rischia di curare il moribondo con l'aspirina, magari aspettandosi pure che guarisca.

venerdì 27 luglio 2012

Lettera aperta a Ivan Bertolini, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia

Egregio Presidente, 
Le scriviamo in merito alla sottoscrizione da parte del comune di Montecchio Emilia della Carta di Matera, promossa dalla vostra associazione. 
Ci piacerebbe conoscere le sue opinioni e la sua posizione rispetto alla programmazione che il comune sta prevedendo nella compilazione del nuovo Piano Strutturale Comunale, che verrebbe approvato entro la primavera 2013. Nonostante nel PSC siano espressi più volte concetti come “contenimento del consumo di territorio, specie di quello agricolo”, “modello di sviluppo a sostenibilità totale”, “tutela dell’ambiente naturale e delle sue risorse”, “salvaguardia delle risorse naturali”, lo stesso prevede diversi interventi che andranno a incidere notevolmente sull’attuale sistema agro-ambientale, a scapito anche di vaste aree da sempre destinate all’agricoltura; tali aree, tra l’altro, sono previste ad uso agricolo anche dall’attuale PRG. 
Ci pare che l’ampliamento di cava Spalletti, la realizzazione di una nuova enorme urbanizzazione in zona sud-ovest, una nuova tangenziale di 1,8 km, un nuovo centro commerciale in fase di ultimazione, una previsione di espansione dell’area industriale di 130.000 mq e un nuovo centro di ricerca, il tutto su terreni coltivati, stridano un po’ con le belle parole di cui è infarcito il PSC, ma soprattutto con i principi enunciati nella Carta di Matera. 
Che significato ha sottoscrivere in quest’ottica che “Occorre porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario soprattutto determinato dalle azioni non programmate delle opere di urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali”? Che cosa sono per voi le “azioni non programmate”? Tutto ciò che rientrerà nel nuovo PSC sarà per definizione programmato, nonostante diversi degli interventi sopra elencati, che prevedono la riconversione di aree agricole, non siano previsti nel vigente PRG. Questo è in coerenza con i propositi della Carta? 
Le parole “Occorre preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese” hanno davvero senso in questo contesto? Cosa cambia se terreni agricoli siano all’interno o all’esterno di una tangenziale per essere destinati a nuove urbanizzazioni? Non sono ugualmente un bene ambientale preziosissimo ed esauribile? Cosa succederà quando saranno stati occupati tutti i terreni ancora presenti nella cosiddetta area urbana? Davvero dobbiamo pensare che non vi saranno ulteriori espansioni? O sono problemi da lasciare a chi verrà dopo di noi?
L’utilizzo di frasi ad effetto come “salvaguardia del terreno agricolo” in tale contesto, saccheggiano e svuotano di significato un principio che altri comuni italiani stanno portando avanti nei fatti con enormi sacrifici, come valore cardine delle loro programmazioni . 
Ci piacerebbe che ciò che avete sottoposto con successo alle amministrazioni comunali avesse un valore vincolante, senza la possibilità di essere sconfessato poi dai fatti. Si deve chiedere conto ai Comuni sottoscrittori di ciò che stanno programmando o la Carta di Matera diventerà solo un bel modo per distrarre i cittadini con parole eticamente pulite. Rimaniamo in attesa di una cortese risposta sperando di poter raccontare alla collettività che la vostra associazione lavora concretamente per garantire un futuro in cui beni inestimabili come agricoltura e paesaggio rimarranno al centro della nostra cultura perché c’è chi se ne prende cura.

sabato 30 giugno 2012

Alcune considerazioni sull'assemblea del 19 giugno sulla nuova tangenziale



150 metri  significa lontano dal fiume?
Siamo sicuri che i veicoli leggeri preferiranno fare il "giro dell’oca" piuttosto che tirare dritto per il paese?
L’idea di questa tangenziale nasce perché la viabilità del quartiere zona acquedotto non riuscirebbe a sopportare il carico del nuovo enorme quartiere che sorgerà in zona Greppia.
Si espande ancora la cava Spalletti e si realizzano sproporzionate urbanizzazioni per avere come vantaggio 1,7 km di strada. In pratica si devasta il territorio e si cementifica ancora su suolo agricolo per stendere asfalto, sempre su terreno agricolo. Questo vuol dire essere moderni? E’ benessere per la comunità questo?
Una strada a impatto zero è un prato senza strada.


Cittadini state tranquilli dovremmo farcela a pagare la strada. Dovremmo.


I dati che certificano l’incremento esponenziale del traffico che passa per il centro derivano da un’indagine effettuata nel 2009 i cui dati sono stati aggiornati a spanne e da sondaggi effettuati di persona dal sindaco presso colleghi di lavoro.

venerdì 25 maggio 2012

Riassesto idrogeologico e prevenzione

Le recenti scosse di terremoto che hanno sconvolto il tessuto sociale ed economico della zona tra Modena e Ferrara, arrivando a colpire, in modo fortunatamente più lieve, anche alcuni comuni della bassa reggiana, riportano di attualità alcune problematiche legate alle calamità naturali che di frequente colpiscono il nostro Paese.
Alluvioni e terremoti, negli ultimi anni, si sono portati via vite umane, attività produttive, elementi dell'identità del territorio. E come tutti sappiamo, il processo delle ricostruzioni non solo è lento ma troppo spesso infangato da inchieste giudiziarie che puntualmente arrivano e certificano speculazioni, corruzioni, appropriazioni indebite di denaro pubblico. La sensazione dei cittadini è che oltre al danno subito, arriva puntuale anche la beffa di tempi biblici e truffe per cui il ritorno ad una vita dignitosa è ulteriormente ostacolato.
Purtroppo le calamità naturali accadono e solo in parte sono prevedibili, ma tutti gli esperti sono unanimemente concordi nel sostenere che è necessario fare prima di tutto delle opere di prevenzione, di cura del territorio al fine, se non di evitare, almeno attenuare eventuali danni a cose e persone, e di fare quella necessaria formazione dei cittadini affinchè sappiano affrontare l'emergenza.
E' in considerazione di tutto ciò e, a maggior ragione, per quanto accaduto alcuni giorni fa a poco più di 50km da Montecchio, che Rifondazione Comunista chiederà quanto prima all'Amministrazione cosa fa e cosa ha eventualmente già fatto per prevenire che eventuali esondazioni dell'Enza o che un evento sismico di forte magnitudo creino danni ingenti o irreparabili e cosa fa rispetto alla sicurezza dei cittadini. Chiederemo se esiste un piano di evacuazione e qual è lo stato degli edifici pubblici, in particolare delle scuole.
Riteniamo, infatti, che se ci sono ancora cose da fare rispetto alla cura del territorio, alla manutenzione degli edifici pubblici, alla formazione dei cittadini, sia prioritario investire in prevenzione piuttosto che allargare il paese con nuove aree edificabili e con la nuova tangenziale, che, per altro, andrebbe ad inserirsi in modo "aggressivo" nel nostro paesaggio agrario e a pochi metri dal letto del torrente Enza.